Money for nothing, this the trick. Recentemente sulla sempre più vomitevole televisione italiana, ridotta ad un coacervo di patetiche trasmissioni di rincintrullimento mentale in cui gli ospiti relatori sono sempre gli stessi che continuano a girare di palinsesto in palinsesto, mi è capitato di vedere in streaming i clip registrati delle interviste effettuate ad alcuni personaggi ed attori televisivi caduti sembra in disgrazia, uno è Claudio Lippi, storico presentatore televisivo, cantante ed attore molto in auge durante gli anni Settanta ed Ottanta. Un’altro sfogo per disagio economico lo ha recentemente esternato Luciana Turina, anche lei attrice e cantante molto conosciuta durante gli anni Sessanta. Qualche mese fa vi è stato pure Leopoldo Mastelloni che ha lamentato difficoltà economiche in una nota trasmissione radiofonica italiana, paventando addirittura il suicidio. Chi ha la mia età sicuramente si ricorda del telefilm di fine anni Settanta che andava in onda su Canale 5, Il Mio Amico Arnold, interpretato dall’attore statunitense, Gary Coleman, deceduto cinque anni fa per la stessa malattia congenita che gli ha consentito di diventare famoso e poter recitare la parte cinematografica che tutti noi ricordiamo con nostalgia e spensieratezza. Che cosa hanno in comune tutte queste persone citate ? Semplice, sono state personalità di rilievo nel mondo del cinema, della televisione, dell’intrattenimento e dello spettacolo durante i migliori anni della loro vita, ottenendo soddisfazioni e traguardi professionali di visibilità nazionale ed in taluni casi anche internazionale.
Oltre a questo hanno potuto contare anche su significative gratificazioni economiche della loro attività professionale, del loro successo e delle loro personalità. Coleman nel massimo picco della sua carriera era arrivato a vantare una propria disponibilità finanziaria di oltre 30 milioni di dollari (per quell’epoca erano un botto). Ciò nonostante gli ultimi anni della sua vita si ridusse a fare il custode in un magazzino di derrate alimentari nello stato dello Utah guadagnando qualche centinaio di dollari alla settimana. E che dire di Andreas Brehme, il campione del mondo di calcio nel 1990 (proprio lui tra l’altro siglò la rete vincente contro l’Argentina di Maradona), centravanti dell’Inter nello stesso periodo, con ingaggio multimiliardario (in lire), ridotto oggi a fare l’inserviente di pulizie in una azienda germanese di prodotti termoidraulici. Potrei andare avanti ancora per pagine e pagine a raccontare altri casi similari ossia persone che per fortuna o per capacità arrivano dal niente a guadagnare molto denaro, a raggiungere un tenore di vita molto agiato e poi lentamente e progressivamente arrivare ad erodere quello che hanno accumulato sino a trovarsi come si suol dire sul lastrico. Nel caso di Lippi, il suo disagio economico da quello che ci ha rivelato è dovuto a investimenti sbagliati proposti o effettuati dai soggetti di cui si era fidato. Anche il grande Primo Carnera (unico pugile italiano campione del mondo nella categoria dei pesi massimi) visse la medesima esperienza ossia truffato in pieno dal suo stesso manager. Nella mia sfera personale e professionale mi è capitato anche di vedere colleghi e conoscenti che nel giro di appena un decennio sono passati dal guidare una Porsche a pulire e lavare le Porsche degli altri.
Si dice che aver avuto denaro ed averlo perso, sia molto peggio che non averlo mai avuto. Questa citazione la riporta anche Darien, l’amante di Bud Fox (alias Charlie Sheen) nel cult movie, Wall Street, ricordiamo che valse l’Oscar a Michael Douglas come come miglior attore protagonista nel 1987. Il denaro purtroppo rimane un asset ancora sostanziale nella vita di tutti noi, e molto più importante di esso è la modalità con cui viene preservato ed investito. Questo assunto avrà sempre più ridondanza negli anni che verranno, non tanto per la crisi economica (infinita) quanto piuttosto per l’insostenibilità dei sistemi di welfare che inizierà a diventare una priorità economica nazionale tra qualche anno, intendendo con questo termine tanto i modelli di previdenza pensionistica quanto quelli di assistenza sanitaria. Questo significa che oggi le certezze che diamo per assodate e scontate come la pensione e l’assistenza ospedaliera saranno profondamente messe in discussione per ovvie ragioni di sostenibilità finanziaria. Si dice spesso che prevenire è meglio che curare. Tuttavia per esperienza professionale mi sento di dirvi che sono veramente pochissime le persone (abbienti) che vivono programmando e pianificando il loro futuro proprio in virtù di ingenti patrimoni accumulati o ereditati. Arrivando proprio a quelle situazioni come abbiamo menzionato sopra, in cui si passa dalle stelle alle stalle perchè si pensa che il denaro una volta arrivato non se ne va più e rimane invece con noi per sempre. Purtroppo non è così. Anzi.
Ce lo insegna proprio Gekko nel sequel di Wall Street 2 il quale durante un breve tragitto in metropolitana ad un giovane nuoro basito sul funzionamento dei mercati finanziari ricorda con tono sibillino che il denaro è una puttana che non dorme mai, costantemente in cerca di attenzioni e carinerie che quando mancheranno andrà a cercarle altrove. Chi si lamenta di come oggi vive in condizioni di difficoltà o disagio economico, quando in passato magari ha guadagnato molto più di quanto un modesto operaio avrebbe mai portato a casa in una vita di lavoro, dovrebbe essere osservato proprio con questo occhio critico ossia sei diventato miliardario, o molto benestante, hai guadagnato molto più di chiunque altro si alza la mattina presto per un misero stipendio di poche migliaia di euro, chiediti che cosa hai fatto per coccolare o preservare quello che hai guadagnato per tua fortuna o per tua capacità. Quanto tempo hai dedicato alla cura del tuo giardino finanziario ? Ti sei mai preoccupato di verificare se il tuo patrimonio venisse eroso nel tempo per il tuo stile di vita o se le persone a cui lo hai fatto gestire fossero veramente ed eticamente capaci di farlo nei tuoi interessi ? Nella maggior parte delle volte vi sentirete rispondere, mi sono fidato dei soggetti a cui mi ero rivolto oppure di denaro e investimenti non ne capisco niente, o ancora ho firmato dove mi hanno detto di firmare in banca. Si potrebbe andare avanti a iosa con questi clichè. Sostanzialmente si tratta quasi sempre di persone che si aspettano che il denaro lavori per loro senza grandi attenzioni, purtroppo invece chi aspetta dietro l’angolo astutamente è il rischio di povertà che cerca come gabbare di giorno in giorno il merlo di turno con i soldi in mano.