Che fine farà la criptosfera con l’avvento di Libra ? Quali sono i rischi nel detenere asset digitali a fronte del lancio mediatico della global coin ideata da Facebook & Company ? Andiamo per gradi e proviamo a dare alcune chiavi di lettura alle preoccupazioni principali che ora hanno chi investe in asset digitali conosciuti come il Bitcoin ed il Litecoin e meno noti come Nano e Iota. Partiamo dicendo che Libra sarà una stable coin, quindi non avrà la tipica volatilità che hanno invece le criptovalute: questo significa che investire in Libra non produrrà nessun profitto e tanto meno nessuno perdita. Trattandosi di una stable coin il suo valore sarà asset backed vale a dire coperto da un basket di asset finanziari (forse anche immobiliari) che ne garantiranno il controvalore. Tra questi asset finanziario si rappresenta già ora che saranno inclusi titoli di stato e depositi bancari. Chi sicuramente guadagnerà dal lancio di Libra sarà l’associazione privata con base a Ginevra che sviluppa e gestisce il business model di Libra: l’associazione è costituita per ora da 28 founding members alcuni dei quali rappresentano i più potenti ed influenti attori economici al mondo per quanto riguarda i payment gateway ed i marketplace: citiamo Paypal, MasterCard, Visa, Stripe, Ebay, Booking e Soptfy. Oltre a Facebook fanno parte dell’associazione anche Uber, Vodafone, Iliad e Coinbase.
Inutile dire che un po’ di preoccupazione è più che giustificata: queste aziende non scendono in campo per competere, ma per dominare su tutto e tutti nel giro di pochi anni. La Libra Association ha infatti l’aspirazione ad allargare la sua platea di associati ad oltre cento partecipanti. Nel fragore mediatico del lancio del progetto intanto abbiamo visto che Microsoft, Amazon, Google ed Apple sono rimasti in silenzio, senza per ora esporre l’idea di voler partecipare o competere con Zuckerberg & Company. Libra oltre che essere una stable coin sarà sviluppata su una blockchain centralizzata, contrariamente invece alle blockchain che supportano le criptovalute più conosciute al mondo come il Bitcoin. Già qui possiamo trovare un primo elemento di differenziazione: Libra non nasce infatti con l’intento di liberarvi da banche ed autorità monetarie centrali, quanto piuttosto per favorire la diffusione di massa dei micropagamenti istantanei a costo zero i quali dovrebbero essere canalizzati tramite il proprio device mobile per l’acquisto di tutto quello che possa interessare gli associati alla Libra Association. Qui si apre il vaso di Pandora che fa capire la vera essenza di Libra ossia i dati sui pagamenti e le transazioni. Queste aziende non vogliono incamerare commissioni di transazione sugli acquisti che effettuerete con la loro global coin, sono piuttosto interessate a conoscere che cosa e quanto comperate con Libra.
Non a caso Amazon non necessita di Libra, in quanto già conosce i vostri gusti e le vostre necessità, cosa che non può fare Facebook in quanto il suo algoritmo prova ad immaginare che cosa vi piaccia o che cosa ipoteticamente acquistereste in base alle vostre interazioni sulla sua rete sociale attraverso i likes, i commenti e le condivisioni. Cercate in tal senso di comprendere l’evoluzione che ha avuto Facebook durante questi ultimi anni: acquisizione di Istangram nel 2012, acquisizione di Whatsup nel 2014, acquisizione di Oculus Rift nel 2015. Ormai la corporation di Menlo Park è proprietaria di un ecosistema unico al mondo, almeno in quello occidentale. In Cina questo business model è già stato adottato da Tencent con WeChat e WeChat Pay, quest’ultima rappresenta un servizio di portafoglio elettronico che permette di effettuare transazioni e trasferimenti di denaro online: ogni account di WeChat è infatti collegato a carte di credito del circuito bancario cinese. Immaginate pertanto nel futuro il vostro account Facebook agganciato al wallet ufficiale di Libra (denominato Calibra) che vi consentirà di effettuare acquisti, transazioni e trasferimenti istantanei all’interno dell’ecosistema Libra. Per questo motivo il cofondatore di Ethereum, ha recentemente affermato che Libra in realtà è un lupo centralizzato travestito da agnello decentralizzato. La diffidenza nei confronti di Facebook è più che giustificata, non dimentichiamo lo scandalo Cambridge Analytcs, a cui purtroppo la stampa internazionale non ha dato la dovuta importanza e risalto mediatico.
Nel frattempo l’annuncio di Libra ha messo il turbo al Bitcoin le cui quotazioni sono state spinte in pochi giorni oltre la soglia psicologica dei 10.000 dollari, soprattutto in conseguenza dell’effetto fomo da parte dei retails. Appare molto plausibile a questo punto aspettarsi una nuova bull run nel secondo semestre di quest’anno nella consapevolezza che si stanno posizionando a fronte di una convinzione strategica di medio termine anche numerosi investitori istituzionali del risparmio gestito. Molti tycoons della criptosfera si sono anche azzardati a predire nuovi massimi storici per il Bitcoin entro la fine dell’anno come Tommy Lee, fondatore ed amministratore di Fundstrat Analysis, che si aspetta di vedere molto velocemente il prezzo di Bitcoin sopra i 20.000 dollari. Appare tuttavia ancora troppo presto per decretare tanto il successo di Libra quanto il knock out della criptosfera. Sono possibili infatti diversi outlook di mercato, tra i quali vi è anche la modesta affermazione di Libra una volta che gli utenti avranno compreso le differenze sostanziali con la criptosfera, in particolar modo il concetto di centralizzazione e decentralizzazione monetaria, oltre alla conseguente perdita di privacy anche sulla propria sfera finanziaria. Anche sul fronte governativo la strada non sembra affatto in discesa, anzi, i rischi per una nazione di ritrovarsi in poco tempo con un sistema monetario parallelo gestito da privati in stile Matrix è tanto comprensibile quanto temibile.