Se il Bitcoin detiene un record in assoluto molto originale è il posizionamento sui Google Trends di questa settimana: primo su tutto e soprattutto. Primo tema di ricerca su Google praticamente in tutto il mondo. Non si parla d’altro in televisione, tra gli amici in palestra ed al bar, e nelle varie rubriche dei settimanali italiani alla ricerca di curiosità e notizie fuori dal coro. L’avvicinamento della quotazione in area 15.000 dollari è ormai enfatizzato con una ridondanza mediatica degna del Ministero della Propaganda di qualsiasi regime totalitario. Ricordiamo che in una settimana il prezzo è passato dai 10.000 ai quasi 15.000 dollari attuali. Tuttavia nel medesimo lasso di tempo abbiamo assistito anche ad assestamenti ed oscillazioni di prezzo del 20% in poche ore. Lloyd Blankfein, amministratore delegato di Goldman Sachs, durante un recente approfondimento dedicato al Bitcoin sulla CNBC ha sottolineato come la volatilità del Bitcoin rappresenta la sua principale vulnerabilità. Partecipava anche alla tavola rotonda l’ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, nonché fondatore di Blomberg News Corporation, il quale ha per l’ennesima volta invitato gli spettatori a porsi questa domanda e a darsi una risposta: chi sono quelli che stanno acquistando Bitcoin in questa fase di mercato e soprattutto perchè lo stanno acquistando. La sua osservazione infatti richiama ancora una volta i vari warnings che sono stati lanciati da una platea allargata di personalità prestigiose tanto del mondo finanziario quanto accademico: si va da Nouriel Roubini a Joseph Stiglitz, da Robert Shiller a Stephen Roach.
In più occasioni si continua a fare menzione dell’analogia con la Bolla dei Tulipani del 1637: le similitudini purtroppo sono evidenti. Chi sta acquistando Bitcoin infatti non sa minimamente che cosa sta facendo, li vuole possedere perchè ha visto che si può guadagnare tanto in poco tempo. Che cosa sia la blockchain o quale sia il futuro dei pagamenti online è irrilevante. Voglio i Bitcoin perchè li stanno acquistando tutti e non voglio perdermi il treno stando alla finestra del momento. Si stima che durante il Thanksgiving Day (il celebre pranzo con il tacchino negli States l’ultimo giovedì di novembre) l’argomento principe della discussione tra i commensali non era il rischio di un conflitto nucleare tra USA e Nord Korea quanto piuttosto il rally del Bitcoin durante il mese di novembre che ha permesso di passare dai 6.000 ai quasi 10.000 dollari. In parallelo nei giorni successivi, Coinbase, il primo exchange statunitense, ha registrato oltre centomila richieste di apertura conti per acquistare Bitcoin. Aggiungiamo a questo quadretto le caratteristiche tipiche dell’environment sociale che gravita attorno al Bitcoin: sostanzialmente una setta di invasati e spazzasoldi. Provate a scrivere qualcosa contro il Bitcoin all’interno di un social network, vedrete il tono delle risposte e soprattutto i commenti che vengono postati. Si arriva anche alle minacce personali o familiari: mai visto niente del genere in vita mia. Il paradosso è che tutto questo riguarda esclusivamente questa criptovaluta, esistono infatti almeno due dozzine di criptovalute il cui business model è considerato molto più robusto e credibile, senza dimenticare che nel complesso il criptoworld vanta oltre un migliaio di potenziali nuovi concorrenti al Bitcoin.
Proprio questo dovrebbe fare riflettere in primis: il Bitcoin è solo la prima criptovaluta al mondo, la prima ad aver avuto una sua originaria ragione di vita, ma questo non significa che sarà la sola ed unica nel futuro. Anzi, già ora esistono competitors molto più efficienti, veloci e convenienti del Bitcoin, progettati e concepiti con la medesima genetica se non una addirittura migliore (Ethereum, Ripple, Dashcoin, IOTA, Litecoin, Monero e tante altre). Come già descritto, ricorda proprio il caso del Betamax della Sony, successivamente surclassato in poco tempo dal formato VHS della JVC. Chi sta acquistando come un disperato Bitcoin non è a conoscenza ad esempio di questo aspetto e di come la performance di queste altre criptovalute sia infinitamente superiore a quella del Bitcoin nel medesimo lasso di tempo. A mettere comunque a rischio la vita e l’essenza del Bitcoin nel medio termine sono i vari forking che in precedenza hanno portato alla gemmazione di altri surrogati cripto monetari come il Bitcoin Cash ed il Bitcoin Gold (e per poco non abbiamo visto anche il terzo) ponendo in questo modo significativi interrogativi sulla validità e credibilità del progetto originario. Per analogia immaginate un partito politico che anno dopo anno si auto spacchetta per dar vita a mini partitini ognuno capeggiato da un nuovo leader carismatico inneggiante alla sovranità monetaria ed erigendosi a unico salvatore dell’umanità. Proprio la presenza di numerosi competitors molto efficienti rappresenta l’essenza della vulnerabilità del Bitcoin, nonostante questo John McAfee ha recentemente alzato il tiro sul suo possibile valore entro il 2020 in area milione di dollari.
Se fossimo in un mercato regolamentato questo tipo di esternazioni sarebbero al limite dell’aggiotaggio con le conseguenti sanzioni economiche e penali. Al di là di questa proiezione di prezzo, lo ripeto ancora: sono molto più interessanti e decisamente più convenienti altre criptovalute. Leggendo quanto riportato su molti forum finanziari gestiti da cripto traders la notizia più sensibile a cui prestare attenzione è rappresentata dalla prossima quotazione al Chicago Mercantile Exchange (CME) del future sul Bitcoin. L’uscita di questa notizia ha innescato la recente corsa al rialzo della criptovaluta e molti sostenitori del Bitcoin sono euforici all’idea di questo. Proviamo tuttavia a fare una considerazione più da ortodossa da chi opera sui mercati regolamentati da anni e non da qualche patetico improvvisato trader che ha acquistato qualche frazione di Bitcoin alcuni mesi fa e ora pensa di essere un guru finanziario perchè sta facendo il 300% con un investimento ridicolo di appena poche migliaia di euro. Quando sarà quotato il future, quest’ultimo sarà l’unico driver istituzionalmente credibile delle future quotazioni. I traders infatti baseranno la loro operatività di day trading e di overnight sul grafico e l’andamento del future: siamo certi di questo, perchè è quello che fanno professionalmente tutti i traders in altri mercati regolamentati. Quelli che sbandierano ai quattro venti che il Bitcoin è decentralizzato e nessuna banca centrale lo può manipolare, non si rendono conto delle conseguenze della presenza di un contratto future, che tra parentesi sarà quotato invece su un mercato regolamentato a cui accedono generalmente le mani forti con il fucile a ripetizione di ultima generazione e non i ragazzini con le pistole ad acque.
Per comprendere questo passaggio basta osservare il book di negoziazione del Bitcoin in un qualsiasi exchange. Guardate cosa passa di mano e che spessore hanno gli ordini in termini di controvalore: si va da poche centinaia di euro a qualche migliaia di euro, se ovviamente leviamo gli ordini dei traders professionisti. Praticamente stiamo parlando di quotazioni che sono supportate appunto dagli acquisti buy & hold fatti dal mondo dei disperati, di chi sta provando a vincere la lotteria scommettendo sul Bitcoin con poche migliaia di euro, generalmente persone con scarsa dotazione patrimoniale e insufficiente cultura finanziaria. Se veramente qualcuno avesse acquistato Bitcoin nel 2009 per un controvalore di 1.000 dollari quando valevano pochi centesimi ed ora volesse rivendere quella posizione visti i recenti massimi storici farebbe come si suol dire mercato. Quei mille dollari ora varrebbero oltre cinquecento milioni di dollari: pensate che la profondità del mercato attuale sia in grado di assorbirli in una singola transazione ? Le conseguenze sul prezzo sarebbero devastanti, il Bitcoin potrebbe infatti collassare anche del 70/80 per cento in poche ore. Senza dimenticare come in caso di volatilità oltre le attese, gli exchange generalmente vanno in crash e non è più possibile liquidare la propria posizione: di questo rischio non si tiene mai la dovuta considerazione. Se fossi una banca tradizionale farei il possibile per destabilizzare il Bitcoin, la sua credibilità e tutto quello che ci sta attorno, in quanto rappresentativo di una potenziale minaccia nel futuro. Il contratto future metterà il telecomando della bomba comandata a distanza proprio nelle mani del settore bancario tradizionale. Farei proprio questo se fossi l’amministratore di una grande banca d’affari: utilizzerei tutta la mia influenza per spingere in alto le quotazioni (price pump) nei vari exchange mondiali, enfatizzando mediaticamente il Bitcoin e le sue performance in modo che entrino più disperati possibili dell’ultima ora alla ricerca del profitto facile. Quando il future sarà tradabile al CME, mi basteranno due o tre telefonate ad altri colleghi istituzionali (che hanno in comune il mio medesimo obiettivo) per shortare pesantemente il Bitcoin. A quel punto dopo che si avrà fatto collassare il mercato, indotto gli exchange a congelare la loro operatività e creato il panico attorno al Bitcoin, queste stesse mani pesanti festeggeranno senza ritegno le super performance natalizie alla faccia degli improvvisati acquirenti retail. Il tutto nella piena legalità.