Se aveste investito nel 2002 una cifra ridicola, diciamo 500 dollari, durante i primi giorni di quotazione di Netflix, a distanza di quindici anni vi ritrovereste con una performance ineguagliabile. Quei pochi dollari infatti si sarebbero infatti trasformati in oltre 150.000 dollari. Già solo dopo alcuni anni l’investimento iniziale si era rivalutato del 400%. Naturalmente stiamo parlando di una delle aziende che oggi si sono convertite in leader di mercato, capaci di aver anche modificato i bisogni del mercato creando al tempo stesso un nuovo modello di business. Netflix è presente in tutti i portafogli dei fondi di investimento caratterizzati da uno stile di gestione growth: al momento il cielo è il suo limite soprattutto per la caratteristica disruptive del suo modello di business. Molti lettori mi scrivono chiedendo come si potrebbe identificare la prossima Netflix, nel senso di riuscire ad individuare un titolo azionario ad oggi poco conosciuto tuttavia dalle straordinarie performance nei successivi dieci anni. Per quanto la storia di Netflix sia affascinante dobbiamo ricordare che la rivalutazione del titolo azionario non è stata propriamente lineare: vi sono state alcune annate durante la finestra temporale dei quindici anni sopra menzionata in cui la quotazione è stata soggetto ad elevata volatilità con cadute di prezzo anche decisamente significative. L’elemento discriminante che ha consentito di perseguire tale performance è stato esclusivamente il tempo. Quello più difficile da metabolizzare. Una volta identificato il germoglio di una piantina con il potenziale di convertirsi in una quercia dobbiamo esclusivamente aspettare ossia dare tempo al tempo per consentire questa lenta trasformazione ed evoluzione.
La strategia da adottare invece in termini di asset management rientra nella terza pentola di Templeton come spiegato in questo videoclip. In buona sostanza si tratta di allocare non più del 10% del proprio patrimonio finanziario in un basket di asset molto rischiosi ed al tempo stesso con un elevato potenziale di rivalutazione. L’ideale sarebbe finanziariamente parlando investire una parte del flusso di income ricevuto da un investimento a capitale protetto. Esempio: investire parzialmente la cedola semestrale di un un titolo di stato con ottimo rating. La terza pentola di Templeton si dovrebbe trasformare pertanto in un motore di performance per il vostro intero patrimonio finanziario a condizione che vengano rispettate due caratteristiche strategiche determinanti: ampia diversificazione degli asset rischiosi inseriti all’interno della stessa pentola ed ampia finestra temporale lasciata agli stessi per dare tempo al tempo. In questo momento epocale la possibilità di individuare una nuova e prossima Netflix la possiamo trovare all’interno del mondo fintech soprattutto con le ICO di nuova generazione. Come già menzionato in un precedente redazionale, le initial coin offering consentono di conseguire performance sensazionali a patto di aver effettuato un’analisi a monte sulla qualità e sostenibilità del modello di business proposto. Investire pertanto in un basket selezionato di ICO consente quindi di apportare alcune componenti tattiche all’interno della terza pentola di Templeton.
Per effettuare materialmente tale investimento è necessario dotarsi di due elementi strumentali: un conto aperto presso un bitcoin exchange (tipo Bitstamp) che consente di convertire il denaro tradizionale nella criptovaluta desiderata per supportare l’adesione alla ICO (generalmente Ethereum) e successivamente un conto aperto presso un token exchange (tipo HitBTC) che consente di negoziare e smobilizzare i tokens ricevuti una volta terminata la finestra temporale di adesione alla ICO. L’operazione da come si può comprendere solo visitando i siti menzionati non è alla portata di tutti, in quanto presuppone la dimestichezza con la lingua inglese ed anche una discreta capacità di comprensione dei vari protocolli di sicurezza informatica necessari a mettere in sicurezza i propri conti ed i propri assets una volta acquistati. Tuttavia chi riuscisse a superare questa prima barriera all’ingresso potrà successivamente concentrasi alla ricerca di quelle che potenzialmente potranno essere le nuove Netflix a fronte di un’analisi qualititiva delle varie ICO che di mese in mese si presentano sul mercato. Tra i numerosi portali su cui iniziare la fase di ricerca e selezionare possiamo segnalare icowatchlist.com e icobench.com. Come fatto notare anche in precedenza il mio consiglio è quello di focalizzarsi solo su alcuni progetti di business soprattutto nel comparto banking & investment. L’attuale evoluzione che sta avendo questo mondo ci porta a pensare che molto presto esisteranno anche i crypto fondi ossia dei comparti finanziari o criptofinanziari che investiranno direttamente in nuovi tokens o in ICO molto promettenti. Tra dieci anni i retail investor più dinamici avranno con grande presunzione all’interno del proprio portafoglio anche quote di cryptofondi al pari di etf o fondi trazionali.
Possiamo stare certi che tali crypto fondi investiranno nei tokens con le credenziali migliori e con la possibilità di apprezzarsi maggiormente, proprio come accade in un fondo tradizionale che ricerca valore nei titoli azionari sottili poco conosciuti o sottovalutati. Pertanto l’attuale momento appare favorevole proprio in tal senso in termini di dinamica temporale visto che le mani forti che arriveranno in futuro alimenteranno il pump price dei token su cui magari noi abbiamo già in precedenza preso posizione. A darci un ulteriore conforto sull’attuale momento di mercato abbiamo anche la compressione della bitcoin dominance sulla capitalizzazione mondiale complessiva. Nell’ultimo mese quest’ultima è quasi raddoppiata, passando dai 250 agli attuali 400 miliardi. Tuttavia questo aumento si è riversato maggiormente sulle quotazioni delle altcoins di terza generazione che su quelle originariamente storiche come Bitcoin, Litecoin, Monero o Dash: significa che dal punto di vista pratico lo smart money adesso viene convogliato verso le criptovalute più promettenti il cui modello di business è realmente disruptive e scalabile. Per questo motivo all’aumentare della capitalizzazione di mercato, scende la bitcoin dominance, il che conferisce un cambio di genetica a tutto il mercato crypto che inizia a dimostrare un interessante livello di maturazione finanziaria. Stando alle analisi più autorevoli, in assenza di un cambio di scenario, proprio questo recente fenomeno porterà lentamente alla morte finanziaria del Bitcoin in forza della sempre più evidente avanzata dei competitors di terza generazione come Cardano, Stellar, Ripple, IOTA, EOS e NEO.